giovedì 9 aprile 2009

TERREMOTO IN ABRUZZO: IL CALCIO REGIONALE SI MOBILITA Tanti i club della nostra regione pronti a dare un aiuto economico; ad essi si sono aggiunti anche il Pomezia, prossimo avversario degli aquilani in Coppa Italia, e la rockstar di origini abruzzesi Madonna

DALLA REDAZIONE -

Continuano ad arrivare messaggi di cordoglio. Solidarietà da tutte le latitudini. Anche da quelle sportive. In ogni categoria e in ogni disciplina sono state promosse iniziative degne di lode. Anche le società dilettantistiche abruzzesi non sono restate indifferenti. Le ultime novità arrivano dal Chieti: la dirigenza neroverde ha preso la decisione di destinare l’intero incasso della partita con la Santegidiese – in programma il 19 aprile presso lo Stadio “Guido Angelini” – alle popolazioni colpite del terremoto. “E’ il minimo che possiamo fare”, interviene il direttore generale Enzo Nucifora, profondamente scosso dalla tragedia dell’Aquilano. “Chi parteciperà all’evento sportivo – continua – oltre che assistere ad un grande spettacolo, compirà un importante gesto di beneficienza”.

Nelle scorse ore si erano diffuse delle voci secondo le quali il Chieti avrebbe messo a disposizione de L’Aquila Calcio 1927 lo Stadio “Angelini”, per disputare le gare casalinghe da qui fino al termine della stagione. Il presidente La Rovere conferma: “La nostra intenzione è proprio questa. La nostra speranza, infatti, è quella che L’Aquila continui a partecipare al campionato di Eccellenza, nonostante le immani devastazioni che hanno colpito la zona del Capoluogo. Nelle ultime ore ho cercato di contattare il presidente Elio Gizzi. Ma, purtroppo, finora non ci sono riuscito”. Poi Nucifora riprende: “I giocatori neroverdi hanno promosso una raccolta di fondi all’interno dello spogliatoio. In prima linea si è schierato Alessandro Tatomir, che nelle passate stagioni ha militato nella compagine rossoblu”.

Anche la Renato Curi Angolana non si è fatta trovare impreparata: l’incasso della gara casalinga col Real Montecchio servirà per alleviare il pesantissimo post – terremoto. "E' un atto che facciamo col cuore – ha detto l'amministratore Roberto Giammarino – invito tutte le società sportive a fare lo stesso: unire le forze per cercare di dare un sostegno concreto in questo momento di estrema difficoltà".

Solidarietà arriva anche dal Pomezia, prossimo avversario di coppa Italia de L’Aquila. “La società invita la cittadinanza a gremire gli spalti del Comunale di Via Varrone”, si legge nel comunicato stampa diffuso nel pomeriggio. Oltre a devolvere l’intero incasso alle famiglie delle vittime del terremoto, all’interno dell’impianto verranno allestiti dei punti di raccolta fondi. Domani è in programma un importante summit tra Daniele Ortolano, presidente della FIGC Abruzzo, e Carlo Tavecchio, presidente della LND: solo a quel punto si saprà se la gara di mercoledì 15 aprile verrà regolarmente disputata. Al momento rimangono a galla diverse ipotesi.

Partite rinviate e iniziative. In un primo momento la Lega Calcio era stata chiara: ci sarà un minuto di raccoglimento, ma lo spettacolo deve continuare. Squadre abruzzesi comprese. Ma pochi minuti fa c’è stato un passo indietro. La Serie B si ferma. Perché la trentacinquesima giornata era in programma proprio venerdì, giorno della riflessione. Giorno in cui è stato proclamato il lutto nazionale, essendo in programma i funerali solenni per le vittime del terremoto. Le gare saranno recuperate martedì 14 aprile alle ore 19.

Le formazioni del campionato di Serie A e Primavera, invece, scenderanno in campo con il lutto al braccio. La stessa iniziativa verrà appoggiata dall’Udinese, quando il sodalizio friulano scenderà in campo a Brema per i quarti di finale della Coppa Uefa. Dalle parole di Giancarlo Abete, inoltre, sboccia l’idea di disputare una partita della Nazionale Italiana di calcio proprio in Abruzzo. E l’obiettivo è quello di devolvere l’incasso del match alle popolazioni vessate dalle continue e devastanti scosse sismiche. Si spera che il tutto possa essere organizzato per l’impegno internazionale di sabato 6 giugno.

Arrivano aiuti anche dall’ambiente dello spettacolo. Ad esempio, Madonna, famosissima cantante americana, donerà una sostanziosa cifra di denaro (si parla di mezzo milione di euro, ma non ci sono conferme ufficiali) alle vittime del terremoto. Infatti, la popstar degli USA è originaria di Pacentro, piccolo paese della provincia aquilana distante pochi chilometri da Sulmona. Il treno della solidarietà, insomma, è appena partito...

Gianluca Lettieri

TERREMOTO IN ABRUZZO: DOPO LA SERIE B SI FERMANO ANCHE LE ABRUZZESI DELLA LEGA PRO Rinviate le gare di Pescara, Virtus Lanciano, Giulianova, Celano e Valle del Giovenco; l'unica a scendere in campo, sabato prossimo, sarà la Val di Sangro, impegnata a Gela

DALLA REDAZIONE -

Dopo la serie B, che per rispettare la giornata di lutto nazionale, fissata per il Venerdì Santo, ha deciso di posticipare di qualche giorno le partite della 35a di campionato (che si giocheranno martedì 21 aprile alle 20.45), anche la Lega di serie C ha dato l'ok per alcuni rinvii.

Precisamente, accogliendo la richiesta inoltrata dagli stessi club abruzzesi, ha disposto il rinvio a data da destinarsi delle seguenti gare:

Pescara-Arezzo e Virtus Lanciano-Taranto, per il campionato di Prima Divisione girone B, mentre per quanto riguarda quello di Seconda Divisione, non s giocheranno Gulianova-Figline e Sangiustese-Celano, nel girone B, e Isola Liri-Valle del Giovenco, in quello C.

Unica eccezione l'altra sfida del girone C tra Gela e Val di Sangro, che si disputerà regolarmente per un motivo ben preciso: i sangrini avevano ormai già prenotato sia il viaggio aereo che l'albergo del ritiro, e si è ritenuto quindi opportuno rispettare l'impegno.





IL ROSSOBLU' PUPILLO: "LA MIA FUGA DAL CONVITTO NAZIONALE"
Storia a lieto fine dal disastro dell'Aquila. Il fuoriquota della capolista di Eccellenza, torinese, è salvo per miracolo: "Ho avuto paura, è crollato tutto. I miei compagni di squadra che vivevano lì con me erano tornati a casa, siamo tutti fortunati"






DALLA REDAZIONE -

E’ salvo per miracolo. Quando la terra ha tremato, alle ore 3,32, lui era lì. Domenico Pupillo (nella foto), difensore de L’Aquila Calcio 1927, si trovava nel capoluogo. Nella sua stanza, all’interno del Convitto Nazionale “Domenico Cotugno”. Un vecchio edificio situato lungo Corso “Principe Umberto”, a due passi dal centro storico. Dove la morte ha inghiottito decine e decine di persone.



E’ un miracolato, perché quando ha avvertito la fortissima scossa si è svegliato ed è riuscito ad abbandonare l’edificio. E raggiungere la salvezza. Senza riportare neanche un graffio. Ma la tragedia lo segnerà per tutto il resto della sua vita. Un ragazzo giovane come lui – classe 1989 – non aveva mai vissuto un simile shock.



Pupillo è un terzino sinistro di grandi speranze ed ambizioni. Fin da quando era bambino, la Juventus aveva particolarmente apprezzato le sue qualità. E proprio con il Settore Giovanile della Vecchia Signora aveva mosso i primi passi a livello calcistico, percorrendo le trafile delle giovanili sino alla categoria Allievi (fascia B).



Nel 2003 Pupillo si trasferisce a Lumezzane, partecipando con la formazione lombarda ad un campionato Allievi e ad uno Berretti. Poi le prime esperienze nel calcio dei “grandi”, un mondo completamente diverso. Ecco, dunque, la stagione nel Ciriè Calcio, sodalizio di Serie D dell’interland torinese. Sedici presenze e tante ottime prestazioni.



Infine, nel corso del mese di luglio del 2008, è arrivata la chiamata de L’Aquila. Impossibile rinunciare ad un progetto così ambizioso, anche se la società del capoluogo milita in Eccellenza. Tanti progetti, tante speranze. Che lunedì hanno rischiato di interrompersi bruscamente. Di troncarsi sul nascere.



Domenico ora è a casa, nella sua Nichelino. Un paese abbastanza popoloso (48mila abitanti) in provincia di Torino, distante circa sette chilometri dal capoluogo piemontese. Domenico al telefono è emozionato. La sua voce è tremolante. Straziata da una tragedia di proporzioni immense. E’ ancora profondamente scosso, ma racconta la sua odissea in maniera piuttosto lucida. Naturalmente non ha molta voglia di parlare: le sue risposte, però, sono chiare, ricche di significato. Così inizia a raccontare: “E’ stato uno shock tremendo. Mi capirete: descrivere con le parole ciò che è successo è praticamente impossibile. Ma ci proverò”.



Al momento della scossa qual è stato il suo primo pensiero?



“Mettermi in salvo. Stavo dormendo da qualche ora. All’improvviso ecco una scossa fortissima. Impossibile non svegliarsi: il letto si muoveva, veniva sbattuto da un lato all’altro della stanza. Non avevo mai vissuto una situazione così tragica. Istintivamente mi sono alzato. Ma fuggire lungo le scale sarebbe stato un gravissimo errore, quindi ho raggiunto il muro portante della mia stanza da letto. Sono rimasto lì per diverso tempo, forse mezzora. Avevo paura di non rivedere mai più i miei cari. Ho visto la morte in faccia. Camminare nell’edificio era troppo pericoloso: il pavimento, infatti, in alcune zone era crollato. Terminata la scossa, ho infilato in fretta le scarpe ed ho afferrato il mio cellulare. E proprio il telefonino è stato utile per illuminare le zone in cui camminavo. Perché intorno tutto era buio, c’era tanta polvere. I calcinacci cadevano dappertutto...”



Poi cosa è successo?



“Ho raggiunto il corridoio, dove erano presenti già tre, quattro studenti. Ci siamo fatti coraggio a vicenda e, essendo terminata la scossa, abbiamo deciso di fuggire. Prima di uscire, però, abbiamo notato che la porta non si apriva. Abbiamo rischiato di morire soffocati. Solo all’ultimo momento, quando pensavamo che le speranze di salvarsi fossero ormai nulle, sono riuscito a rompere la porta con calci e pugni. Infine, dopo aver superato cumuli giganteschi di macerie, sono uscito all’aperto. La struttura, in fin dei conti, è rimasta in piedi. Ma all’interno è crollato tutto: le pareti, i pavimenti, non c’era più nulla. All’appello mancavano tre persone. Un ragazzo, dopo diverso tempo, è riuscito a mettersi in salvo; mentre per gli altri due non c'è stato nulla da fare. Quell’interminabile scossa ha portato via per sempre un ragazzo di diciassette anni e una ragazza appena maggiorenne della Repubblica Ceca”.



A quel punto lei ha cercato un luogo sicuro, lontano da palazzi e costruzioni pericolanti...



“Sì, sono arrivato nella zona di Piazza "Palazzo". Lo scenario era straziante. Molti ragazzi, anche della mia età, avevano abbandonato le proprie abitazioni in fretta e furia. Alcuni erano in pigiama, altri in mutande, altri ancora avevano riportato gravissime ferite. C’era sangue dappertutto. Dalle macerie arrivavano richieste d’aiuto, si udivano le urla piene di dolore di genitori che avevano perso i propri figli... In piazza, comunque, ho incontrato una giornalista: suo padre, un ex maresciallo dell’esercito, mi ha accompagnato in caserma. E lì sono restato per diverse ore, sino alle sette di mattina. A quel punto sono arrivati Marco Ianni e Cicotello, due miei compagni di squadra”.



Insomma, neanche in questa difficile circostanza è restato solo...



“Esatto. Marco e Martin si sono mostrati subito molto disponibili, a tal punto da ospitarmi nella loro abitazione che si trovava a Coppito. La casa è stata comunque colpita dal terremoto, ma si scorgevano solo delle crepe superficiali. Poi, proprio nel momento in cui mi stavo lavando, è arrivata un’altra scossa. Allora abbiamo deciso di spostarci nell’abitazione della nonna di Marco Ianni, che si trova nella zona periferica della città e che, per fortuna, non ha riportato alcun danno. Ringrazio vivamente anche Paolo Ianni, dirigente rossoblu (e padre di Marco, ndr) che mi è stato vicino, seguendomi passo dopo passo”.



Come mai, all’interno del convitto, non c’erano anche altri suoi compagni di squadra?



“Fino al giorno precedente al disastro, nella mia stessa camerata vivevano Valentino Nardoianni, Antonino Caridi, Andrea Di Sante, Francesco Serafini e Amedeo Talamo. Sono stati fortunati, e sono felice che non abbiano assistito a quelle raccapriccianti scene. Infatti tutti e cinque, poiché mister Prospero ci aveva concesso due giorni di riposo, erano tornati nelle proprie città. Io sarei dovuto partire giovedì, per trascorrere la Pasqua con i miei familiari”.



E i suoi genitori, lunedì, sono rimasti a casa?



“No. Ho contattato telefonicamente i miei familiari subito dopo la scossa, intorno alle 4 e un quarto. Mio padre è partito subito alla volta dell’Abruzzo, intorno a mezzogiorno era già a L’Aquila. Prima di rivederlo però sono trascorse oltre due ore, perché in tutto il Capoluogo c’era un clima di totale confusione. Mia madre era sfinita, e temendo il peggio piangeva disperatamente. Siamo partiti immediatamente per tornare a casa: intorno alle 23 e 30 eravamo già a Nichelino. Lungo l’Autostrada c’era un traffico pazzesco, perché tutte le regioni stavano inviando uomini per favorire i soccorsi. Abbracciare mia madre, dopo un’esperienza del genere, è stato emozionante. Un vero e proprio sospiro di sollievo”.



Eppure, fin dal mese di dicembre, diverse scosse avevano gettato terrore nell’aquilano...



“Sì, ma si trattava di lievi movimenti sismici. Indubbiamente la paura anche in quei frangenti era stata tanta. Però i danni, escludendo vecchi palazzi, erano stati quasi nulli. Con il passare dei giorni, avevo imparato a convivere con il terremoto. Anche se la sera, per evitare ogni tipo di problema, qualche volta ero restato a casa. D’altronde quella de L’Aquila è una zona altamente sismica. Comunque nessuno si aspettava che, nel giro di pochi mesi, potesse consumarsi una tragedia di tali dimensioni. Rimane tanta rabbia perché tantissimi palazzi, costruiti anche recentemente, sono venuti giù come se fossero di cartone...”



Dunque, si sente un miracolato?



“Sicuramente. Mentre centinaia di persone sono morte, io non ho riportato neanche un graffio. Ma, comunque, è stata un’esperienza drammatica. Un’esperienza che mi ha colpito profondamente. In questo momento, sinceramente, l’aspetto calcistico neanche mi sfiora. Ormai da due notti non riesco a dormire. Nonostante sia tornato a casa, appena sento le finestre vibrare, balzo in piedi sul letto. Nelle prime ore, anche essendo lontano parecchi chilometri, seguivo l’evolversi della vicenda. Incollato alla televisione. Adesso non ho più voglia: il dolore è troppo grande. Una cosa è certa: non tornerò mai più a L’Aquila. Ho tanta paura, non voglio che i miei familiari vivano altri momenti di angoscia. I miei compagni di squadra capiranno...”



L’Aquila, 6 aprile 2009: morti, tanti morti. Ma anche miracolati. Domenico Pupillo è uno di questi.



Gianluca Lettieri


http://www.abruzzocalciodilettanti.it/

martedì 7 aprile 2009

ciao giuseppe.... inghiottito dalle macerie nella tragedia aquilana


IL LAURETUM E TUTTO LO SPORT ABRUZZESE PIANGONO PER GIUSEPPE
La tragedia. Chiavaroli, 24 anni, era un centrocampista dei loretesi. E' morto ieri sera all'ospedale di Teramo dopo essere stato ritrovato sotto le macerie nel capoluogo in mattinata






LORETO APRUTINO -

Il terremoto lo ha inghiottito assieme alla fidanzata a casa di alcuni amici, in una piccola traversa di via XX settembre. Il crollo del soffitto, i mobili e i calcinacci addosso. Nessuna possibilità di divincolarsi.


Eppure Giuseppe Chiavaroli, 24 anni, studente loretese di Scienze motorie, ha lottato contro la morte per quasi ventiquattro ore prima di andarsene, buttando nello sconforto i parenti, gli amici e gli sportivi di Loreto. E non solo. Giuseppe giocava con il Lauretum, la squadra locale che partecipa al campionato di Eccellenza, ma aveva avuto già trascorsi importanti nelle giovanili della Fiorentina.


Era stato notato dal Chievo Verona (lo segnalò l’osservatore pescarese Giorgio Repetto) che lo mandò a Celano, dove ha anche giocato in serie D e in C2. Era un talento, un infortunio ne frenò l’ascesa ai massimi livelli del calcio nazionale. Qualche estate fa fu ad un passo dalla firma addirittura per la Primavera della Juventus, con cui andò in ritiro. Fisico da atleta e un sorriso per tutti i suoi amici. Tanti, in tutto l’Abruzzo. Ma il sorriso di Giuseppe non c’è più.


E’ morto lunedì sera all’ospedale civile di Teramo, in sala operatoria, mentre i medici cercavano di salvargli le gambe, martoriate dal peso delle macerie che – in un lampo – lo hanno ricoperto e schiacciato. La ragazza, Francesca, aquilana, non ce l’ha fatta: è stata estratta senza vita la mattina di lunedì dai resti di quella abitazione di via XX settembre, a pochi passi dalla Facoltà di Scienze motorie, dove Giuseppe era iscritto. Il giovane loretese era stato trovato ancora vigile, ma ferito e con diverse fratture. Il trasporto a Teramo in elicottero, l’operazione nel tardo pomeriggio di lunedì, la fine delle speranze dopo ora cena. Non ce l’ha fatta neanche lui: entrato in coma durante l’intervento, ha smesso di vivere in sala operatoria.


La notizia della tragedia ha gettato nello sconforto la famiglia. Inconsolabile il dolore di papà Tommaso e mamma Piera, insegnanti di educazione fisica. Così come quello delle sorelle, Valentina e Antonella, e del fratellino, Piero, che lo guardava giocare e sognava già di diventare un giorno come lui. Come il fratello che da ieri non c’è più.


Lo zio, Terenzio Chiavaroli, è il vice sindaco di Loreto, esponente socialista. Anche lui, come i genitori, gli altri fratelli e i tantissimi amici che hanno “vegliato” in paese e su facebook per lui, lunedì ha vissuto una giornata straziante, terminata nel peggiore dei modi dopo una vana ricerca in giro per il capoluogo devastato dal sisma e un illusorio sospiro di sollievo. Del povero Giuseppe non c’era traccia all’Aquila, sia negli ospedali che nelle liste dei deceduti. Solo nel pomeriggio alla famiglia è stato comunicato che il ragazzo era stato trasportato a Teramo. Da lì, però, tornerà nella sua Loreto senza vita domani pomeriggio.


I funerali si terranno domani alle 15 e 30 presso la chiesa di Santa Maria in Piano a Loreto Aprutino.


O. D'An.






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sabato 4 aprile 2009

SERIE D: PRO VASTO, IL GOL DELLA VITTORIA ARRIVA NEL FINALE (1-0) E' Cioffi l'eroe della giornata, la sua zampata al novantesimo avvicina la vetta che adesso dista solo un punto

VASTO -

Allo scoccare dell’ultimo minuto della ripresa, lo stadio Aragona esplode al gol di Cioffi (nella foto) che regala la quinta vittoria consecutiva (1-0) alla Pro Vasto, quando già si parlava di partita stregata.

Prima del match, è stato osservato un minuto di raccoglimento per ricordare la prematura scomparsa di Roberto Menna, vice presidente del Consiglio provinciale e tifoso della Pro Vasto.

E’ arrivato, dunque, il regalo di Pasqua per i biancorossi che hanno comunque sofferto contro un Grottammare che non si è mai arreso. Con il pareggio del Fano a Casoli, Ferreyra e compagni si portano ad un solo punto dalla prima della classe, consapevoli che il colpaccio è alla loro portata, sfruttando al massimo le cinque giornate rimaste al termine della stagione regolare.

Il presidente Crisci ha promesso alla squadra che, in caso di vittoria del campionato, l’incasso di ieri e delle restanti due gare casalinghe, andrà ai giocatori come premio promozione.

La Pro Vasto si è presentata senza gli squalificati Avantaggiato a centrocampo e Scudieri in difesa, di conseguenza il tecnico biancorosso è stato costretto a mischiare le carte senza tuttavia discostarsi dal 4-2-3-1. Privo dello squalificato Mauro, il Grottammare dell’ex di turno Maccagnan si è presentato con l’undici di domenica scorsa.

Poche le emozioni offerte dai padroni di casa e dai biancazzurri marchigiani che si sono quasi sempre chiusi in difesa. La Pro Vasto, sin dai primi minuti grintosa e alla ricerca del gol, si è trovata di fronte una squadra che non si è mai arresa ed ha fatto della velocità la propria arma.

Il testa-coda della 12a di ritorno, che anticipa la sosta pasquale, si apre con un primo tempo che offre ben poco e con un dispendio di energie da ambo le parti. Al 5’ c’è un gran tiro di Potenza che si stampa sul palo sinistro. Al 29’ si rende pericoloso Fiore sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ma il portiere marchigiano salva respingendo il pallone con i pugni. Allo scadere, la Pro Vasto va vicino al vantaggio con Fiore che sfiora il palo.

La ripresa è più vibrante e non sono mancate azioni di rilievo sia in casa vastese sia in quella ospite. Potenza sciupa alcuni palloni, ma al 14’, suggerito da Ludovisi, impegna Domanico che si rifugia in angolo. Al 39’ è Soria a far tremare l’estremo difensore ospite che para con difficoltà.

Il Grottammare fa sudare i padroni di casa in due occasioni, al 24’ con Pasquini e al 29’ con Marcatili: nelle due circostanze, bravo Mainardi a salvare. La vittoria biancorossa, tutta per i tifosi che hanno incitato la squadra per 90’, arriva allo scadere dei novanta minuti con Cioffi che approfitta di una mischia per battere Domanico.

Ecco il tabellino dell'incontro:

PRO VASTO - GROTTAMMARE 1-0 (0-0)

PRO VASTO:

Mainardi 7, Scielzo 6, Gargiulo 6,5, Cioffi 7, Ciotti 6, Ferreyra 6 (19’st Digno 6), Fiore 7, Della Penna 6 (30’st Suriano n.g.), Ludovisi 6, Potenza 6,5, Bonfiglio 6 (4’st Soria 6). A disposizione: Gaudino, Benedetti, Okoroji, Dell’Oglio. Allenatore: Di Meo.

GROTTAMMARE:

Domanico 7, Oddi 5,5, Nicolosi 5,5, Rulli 5, Cameli 6, Del Moro 5,5, Marini 5,5 (16’st Pasquini 5,5), Polenta 6, Di Felice 5,5, Maccagnan 6 (35’st Maraschio n.g.), Marcatili 6. A disposizione: Addazi, Adamoli, Curzi, Vrioni, Bonaiuti. Allenatore: Scarfone.

Arbitro:

Fanton di Lodi 6

Rete:

45’st Cioffi

Note:

espulso al 42’st Rulli per fallo di reazione. Ammoniti: Gargiulo (Pro Vasto); Marini, Polenta, Oddi e Domanico (Grottammare); spettatori circa 700, recuperi 1’pt e 6’st, angoli 3-2 Pro Vasto

Michele Del Piano


SERIE D: IL CANISTRO REGGE L'URTO DEL MORRO (0-0) I ragazzi di Colavitto restano in dieci per l'espulsione di Di Genova per oltre mezzora, ma alla fine portano a casa un punto prezioso

MORRO D'ORO -

Più un punto perso che guadagnato quello di oggi dal Morro d’Oro contro un volenteroso Canistro. I biancorossi di Amaolo hanno quasi sempre condotto la partita, ma sono mancati nei momenti decisivi. Il Canistro, pieno zeppo di giovani, ha mostrato qualche limite tecnico sopperito in parte con l’impegno.

Partita priva di grandi emozioni e giocata su ritmi piuttosto bassi. D’altronde la giornata calda ha influito sulla prestazione fisica dei giocatori di entrambe le squadre.

Colavitto ha dovuto fronteggiare una vera emergenza tra squalifiche e infortuni. Ben sei gli under in campo. Nel 4-3-2-1 Di Genova opera alle spalle di Donzelli e Pedalino.

Nel Morro fuori per squalifica Natalucci. Non al meglio Campanella, sulla fascia destra c’è Argento (nella foto) al suo esordio stagionale dal primo minuto. Sotto la direzione del signor Novellino di Brescia si comincia con il Morro che costruisce la prima occasione al 13' ma il suo tiro a giro viene neutralizzato in due tempi da Di Girolamo.

Al 16' si fa vedere il Canistro con Pedalino che da dentro l’area colpisce di destro. Migliaccio si salva di piede. Sfortunatissimo il numero uno biancorosso che nella parata si fa male ad una spalla ed è costretto a lasciare il posto al giovane Modesti.

Partita molto lenta con il Morro che cerca di fare gioco ed i marsicani che mirano a contenere e ripartire. Poco prima della mezzora, Dragani dai venti metri prova il grande tiro ma Di Girolamo respinge a pugni chiusi. Al 37° Pedalino, il più pericoloso tra i suoi, ci prova con il destro incrociato che però esce a lato. E un minuto dopo per il Morro si vede Colella, reduce da una tripletta, che dal limite si coordina per il sinistro al volo che viene neutralizzato dall’estremo difensore marsicano.

Le due squadre sono molto ordinate in mezzo al campo. Mantengono bene le posizioni e occupano tutti gli spazi. Ne risulta che si fatica a costruire occasioni da gol. Ci si deve per forza affidare a sortite personali. Su una di queste, al 40', Pietrella invita Dragani che colpisce di testa dal limite dell’area piccola ma la palla sorvola la traversa. Finisce così il primo tempo.

Nella ripresa, al 4', occasionissima per i padroni di casa. Dragani, ancora lui, dopo una spizzata di un compagno, aggancia in area a dall’altezza del dischetto prova a piazzare la palla nell’angolino. Ma la conclusione debole viene deviata in angolo dal portiere ospite.

Al 7' brividi per la difesa morrese che viene infilata dallo scambio Pedalino - Di Genova con quest’ultimo che viene chiuso proprio all’ultimo istante. Scampato il pericolo il Morro prova a reagire. Pietrella prende palla a metà campo e dopo aver superato tre avversari in velocità esplode il destro dal limite che viene alzato sulla traversa da Di Girolamo. Sull’angolo che ne scaturisce la palla giunge sul secondo palo dove Colella colpisce a botta sicura ma la palla si stampa inesorabilmente sul palo.

Con le squadre molto chiuse Amaolo prova a dare centimetri all’attacco inserendo Vaglini per Dragani. Al quarto d’ora l’episodio che cambia l’andamento della partita. Di Genova entra a piedi uniti su Prete. L’arbitro non può fare altro che estrarre il cartellino rosso, così Colavitto passa al 4-1-1 allargando Pedalino a destra e lasciando il solo Donzelli in avanti.

In dieci i marsicani mirano a contenere solamente. La partita però si innervosisce e il ritmo cala ulteriormente per i frequenti fischi dell’arbitro. Al 19' i padroni di casa hanno una grande occasione. Recchiuti dal fondo rimette al centro per Colella che colpisce di destro ma Grasso riesce nel salvataggio sulla linea a portiere ormai battuto.

Amaolo prova a dare ulteriore sprint alla fase offensiva con Mereu al posto di Argento. Il Canistro però si difende bene e regge sul piano fisico. E alla mezz’ora riesce a rendersi pericoloso con il nuovo entrato Bisegna, che servito da Donzelli, entra in area e conclude di sinistro ma Modesti a bravo a deviare in angolo.

Il Morro prova ad attaccare ma la stanchezza si fa sentire e manca la necessaria lucidità. Nonostante ciò i teramani riescono a costruire nel finale due occasione per vincere la partita. Al 40' la girata di Vaglini sfiora il palo, e proprio allo scadere il colpo di testa di Colella non riesce a centrare la porta.

Finisce zero a zero. Un punto che serve poco al Canistro, che oramai sembra destinato al play-out. Il Morro oggi aveva una grande occasione per fare un allungo importante verso le concorrenti per la salvezza diretta. L’importante però è aver dato continuità ai risultati e anche un punto in queste occasioni può risultare determinante.

La sosta permetterà ad Amaolo di recuperare qualche uomo non al meglio. Oltre a Francia, fuori da sei settimane, saranno da valutare le condizioni di Migliaccio e l’entità del suo infortunio alla spalla. Inoltre qualcuno che negli ultimi turni ha stretto i denti avrà la possibilità di rifiatare e ricaricare le pile.

Alla ripresa i biancorossi sono chiamati ad affrontare in trasferta la capolista Fano, che dopo un momento in cui sembrava irraggiungibile si ritrova adesso con una sola lunghezza di vantaggio sulla Pro Vasto. Un partita decisiva per entrambe le squadre. Se per i marchigiani c’è in palio la vittoria del campionato per il Morro l’obiettivo è la salvezza diretta. Un traguardo che se verrà raggiunto avrà il sapore di grande impresa.

Ecco il tabellino dell'incontro:

MORRO D’ORO – CANISTRO 0-0

MORRO D’ORO: Migliaccio (19' pt Modesti), Di Francia, Prete, Recchiuti, Germini, Marotta, Argento (21'st Mereu), Ruscitti, Colella, Pietrella, Dragani (12' st Vaglini). Allenatore: Amaolo

CANISTRO: Di Girolamo, Vernile, Grasso, Marangon, Zarini, Silvestri, D’Alonzo (33'st Iachetti), Laudiero, Pedalino (28' st Bisegna), Di Genova, Donzelli. Allenatore: Colavitto

Arbitro: Novellino Marco di Brescia, Benedini Mauro e Riva Nicola di Brescia.

Espulso: 15'st Di Genova (Canistro)

Ammoniti: Marotta (Morro)

Note: Spettatori 200 circa. Angoli: 6-1 per il Morro

A.B.


SERIE D: IL CASOLI FRENA LA CAPOLISTA FANO (3-3)
In vantaggio per tre volte i ragazzi di Paolucci si fanno raggiungere a 5' dal termine






CASOLI -

Senza tifosi al seguito, il Fano strappa un pareggio contro un ottimo Casoli e mantiene la testa della classifica. Paolucci ripropone l’undici vittorioso ad Agnone sette giorni fa, con Chicco e Covelli (nella foto) in avanti, supportati da Ferraioli.


Gaudenzi recupera in extremis Amaranti, Fenucci e Marchetti, in dubbio alla vigilia, mentre a far coppia in avanti con Bartolini c’è Chiarabini e non Roncarati.


La capolista entra in campo timorosa, un pò come si era visto domenica scorsa nel match con la Pro Vasto. Sono quindi i gialloblu a fare la gara: al 1’ la sponda di Covelli sulla punizione di Grieco è buona per Ferraioli, ma il suo tiro finisce fuori. All’8’ il calcio piazzato di Ferraioli sul secondo palo sembra ottimo per Romano, ma il giovane difensore non trova la deviazione vincente. Al 9’ ancora un punizione: stavolta Covelli da 30 metri conclude in porta e la sua conclusione beffa Lombardi. Il vantaggio casolano diventa realtà.


La gioia dei tifosi gialloblu dura poco: al 13’, su una punizione di Marchetti, Ferraioli batte il proprio portiere con una sfortunata deviazione ed è il pari.


Dopo un nuovo tentativo su calcio piazzato di Covelli al 16’, che finisce alto, il Casoli trova il nuovo vantaggio al 21’: sull’angolo di Ferraioli la prima deviazione è di Pulcini, ma la seconda, quella vincente, è ancora di Covelli, che firma la sua personale doppietta. Un minuto dopo, bella combinazione tra Chicco e Ferraioli, con il tiro di quest’ultimo ribattuto dalla difesa ospite.


Al 30’ si rifà sotto il Fano e Bartolini spreca un’occasione d’oro, calciando fuori da ottima posizione. Al 33’ Covelli ancora pericoloso su punizione, ma stavolta Lombardi non si fa sorprendere. Al 38’ il Casoli ha due occasioni nel giro di pochi secondi, ma le conclusioni di Chicco e Ferraioli vengono respinte. Sul susseguante calcio d’angolo, Lombardi esce a vuoto e Covelli manda fuori per questione di centimetri.


Nel miglior momento dei gialloblu, gli ospiti beneficiano di un rigore assolutamente inesistente per un presunto fallo di Romano. Nonostante le proteste, l’arbitro non torna sulle sue decisioni, e dagli undici metri Chiarabini spiazza Maraglino, segnando il 2-2.


Gli uomini di Paolucci non ci stanno e chiudono il primo tempo in avanti. Al 42’ Lombardi devia in angolo il pallonetto di Ferraioli. Al 44’ combinazione Ferraioli-Chicco, con quest’ultimo che colpisce un clamoroso palo interno.


La capolista, dopo un primo tempo da incubo, sembra essere più decisa nella ripresa: al 1’ il tiro di Bartolini viene ribattuto dalla difesa, sulla respinta si avventa Amaranti che conclude alto. Dopo un minuto ci riprova il Casoli, ma il diagonale di Grieco viene intercettato da Lombardi. Al 9’ dopo uno scambio con Covelli, ci prova Di Chiara, che colpisce l’esterno della rete.


Al 18’ l’arbitro cerca di riparare all’errore del primo tempo, concedendo un rigore, anche questo dubbio, al Casoli. Chicco si fa respingere il tiro, ma sulla ribattuta lo stesso attaccante firma il 3-2.


A questo punto il Fano si getta in avanti, mentre il Casoli, dopo le uscite di Covelli e Ferraioli, cerca di difendersi. Al 21’ ci prova Pentucci, ma la difesa respinge il tiro. Un minuto dopo sul cross di Bartolini arriva Chiarabini, ma la palla finisce alta sulla traversa. Poco dopo la mezzora ancora Chiarabini spreca malamente calciando fuori dopo un’uscita sbagliata di Maraglino.


Il pareggio arriva al 40’: la punizione è di Marchetti, il colpo di testa di Omiccioli, Maraglino devia il pallone che finisce ugualmente in rete per il 3-3 finale, che getta nel silenzio lo stadio casolano, interamente occupato da tifosi locali.


Ecco il tabellino dell'incontro:


CASOLI – FANO 3–3 (2-2)


CASOLI:

Maraglino, Romano, Di Chiara, Priore, Pulcini, Cossu, Grieco (26’st De Riccardis), Amoruso, Covelli (29’st D’Addazio), Ferraioli (36’st Puglia), Chicco. A disposizione: Marino, Di Giuseppe, Savi, Ganje. Allenatore: Paolucci

FANO:

Lombardi, Lepre (1’st. Barbieri), Amaranti (26’st Roncarati), Fenucci, Santini, Ionni (1’st Omiccioli), Carbonari, Marchetti, Bartolini, Chiarabini, Pentucci. A disposizione: Scudella, Delfini, Scoponi, Simoncelli. Allenatore: Gaudenzi

Arbitro: Belardi di S. Giovanni Valdarno (AR) (Palazzo di Taranto e Russo di Lecce)


Reti:

al 9’pt e al 21’pt Covelli (Casoli), 13'pt autogol di Ferraioli (Fano), 41'pt Chiarabini su rigore (Fano), 19’st Chicco (Casoli), 40’st Omiccioli (Fano)

Espulsi:

Paolucci (Casoli) nell’intervallo, 20'st Gaudenzi (Fano)

Ammoniti:

Amoruso (Casoli); Lepre, Pentucci, Chiarabini e Omiccioli (Fano)

Note:

Angoli: 5–1. Recupero: 2’ + 3’. Spettatori: 1000 circa.

V.G.






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SERIE D: CHIETI, A TRIVENTO SOLO UN PUNTO. MA LA DISTANZA DAI PLAY-OFF RESTA IMMUTATA
Lazzarini porta in vantaggio i locali che vengono raggiunti dal gol del neroverde Rosa




TRIVENTO -

Tutto rimane invariato. Perché i punti di ritardo dai play-off restano tre. Insomma, è come se il Chieti non fosse sceso in campo. E per come si erano messe le cose, il punto conquistato a Trivento non è affatto da buttare. Anzi, permette al Chieti di continuare a sperare in un aggancio agli spareggi.



Non sarà facile, anche perché mancano solo cinque giornate al termine del torneo. Ma il campionato ci ha già abituato a clamorosi colpi di scena. Quindi sarà una lotta continua sino all’ultimo turno. Nel frattempo, le nubi sul fronte societario sono definitivamente scomparse. Lo dimostra anche la presenza sugli spalti del presidente dimissionario Marcotullio. Che già nella serata di domenica scorsa, dopo alcuni giorni di caos, aveva confermato l’intenzione di restare in sella alla società.



Dando per scontata la conferma dell’attuale dirigenza e l’ingresso in società del River (settore giovanile), cominciano a filtrare i primi nomi. E a quanto pare, Gianni D’Orazio (già quest’anno ha partecipato come sponsor) sarebbe intenzionato a rilevare una parte delle quote.



Tornando alla gara, all’ultimo momento Rosa (nella foto) ce la fa. Ed è normalmente al suo posto, là davanti al fianco di Genchi. Marini, dunque, all’inizio si accomoda in panchina. In difesa Schiavone vince il ballottaggio con Basilavecchia, e si posiziona sulla fascia destra difensiva. In mediana, però, c’è una grossa sorpresa. Perché Favaro, bloccato da un virus intestinale, resta in tribuna. Così Giusto, varando un inedito rombo di centrocampo, inserisce Cherubini (vertice basso). Sugli esterni agiscono Tatomir e Costa, mentre Amodio è il vertice alto. Modulo super-offensivo per i triventini: 4-3-3 davvero spavaldo. Il trio d’attacco è composto da Monaco di Monaco, Lazzarini e Bernardi.



L’avvio di gara, sulla sponda abruzzese, è pessimo. Già dopo otto giri di lancette, i teatini vanno sotto, perché Lazzarini raccoglie un lancio millimetrico di Rodia e supera D’Ettorre con un pallonetto. I difensori teatini? Sembrano delle belle statuine, credendo che l’attaccante locale fosse in posizione di fuorigioco (i dubbi restano).



Genchi, dopo un minuto, cerca di rimettere le cose apposto. Ma Quintigliano si supera deviando in angolo la sua insidiosa conclusione. Il Chieti però sembra un pugile suonato. E poco dopo il quarto d’ora, i molisani sfiorano il due a zero. Tatomir e compagni restano “in vita” grazie anche ad una buona dose di fortuna. La punizione di Voria, infatti, va a stamparsi sull’incrocio, e Lanzarini in ribattuta manda incredibilmente alto. Un occasione veramente ghiotta buttata alle ortiche.



I neroverdi si rivedono allo scoccare dalla mezz’ora. Ma Bartoli non riesce ad imprimere la giusta forza alla sfera su corner di Tatomir. Nei minuti finali, il Chieti spinge. Si riversa con insistenza nella metà campo triventina. Dapprima un insidioso calcio piazzato griffato da Genchi viene allontano da Quintigliano; poi il numero uno molisano si ripete deviando una bordata di Tatomir, a termine di un’azione manovrata.



Ma alla terza occasione utile il Chieti colpisce. Corre il primo minuto di recupero quando Rosa incorna in rete l’angolo di Tatomir (i locali protestano per una presunta spinta della punta teatina nei confronti di Voria). I circa trecento tifosi neroverdi, arrivati in Molise nonostante la giornata lavorativa, tirano un bel sospiro di sollievo.



Al rientro in campo, il Trivento si rende subito pericoloso. D’Ettorre, però, è bravo a disinnescare l’incornata di Monaco di Monaco, servito da Incitti. Pericolo scampato. Poi venti minuti di sonno totale. Le sortite offensive di Rosa (debole colpo di testa) e Cherubini (punizione centrale) sono davvero innocue.



Allo scoccare della mezz’ora, si torna ai vecchi tempi. Giusto, infatti, opta per una doppia sostituzione: fuori Cherubini e Amodio, dentro Marini e Di Giovanni. Al minuto trentadue il Chieti resta in dieci per l’espulsione di Rosa, reo, secondo l’arbitro, di aver rifilato una gomitata a Gentile. Così, in avanti, Genchi regge il reparto da solo, mentre sugli esterni i neo entrati si dannano l’anima. Il risultato, dopo un secondo tempo sonnacchioso, non cambia più. I sogni di gloria non si fermano a Trivento...



Voci dagli spogliatoi.



Giusto (allenatore Chieti): “Il nostro avvio di gara non è stato affatto positivo, non a caso siamo andati subito sotto. Forse abbiamo lasciato troppi spazi in mezzo al campo. Dopo una ventina di minuti, però, siamo riusciti a prendere in mano le redini del gioco. E, nel finale di frazione, siamo stati fortunati ad agguantare il pareggio. Il secondo tempo è stato molto positivo: abbiamo impostato bene il gioco nella fase di possesso, e i rischi sono stati praticamente nulli. Un pareggio come questo, secondo me, è un risultato sicuramente positivo. I play-off? Fin quando la matematica ci darà ragione noi cercheremo di impegnarci al massimo per raggiungere questo ambizioso traguardo. Ma sarà difficile, anche perché davanti abbiamo avversari tosti come il Campobasso”.



Carannante (allenatore Atletico Trivento): “Il nostro è stato un grandissimo primo tempo: potevamo raddoppiare. Peccato che la punizione di Voria sia finita sulla traversa... Poi ho seri dubbi sulla regolarità del gol messo a segno dal Chieti... Non metto in discussione, comunque, le grandissime qualità del Chieti, una squadra costruita per raggiungere almeno i play-off. Soprattutto nella prima parte del match, quella odierna è stato una sfida appassionate...”



Ed ecco il tabellino dell’incontro:



ATLETICO TRIVENTO – CHIETI 1 – 1 (1 – 1)



ATLETICO TRIVENTO (4-3-3): Quintigliano 6; Gentili 6, Voria 6,5, Barbato 6, Incitti 6,5; Fratangelo 6, D’Aversa 6,5, Corradino 6; Monaco di Monaco 6 (24’st Palumbo), Lazzarini 6,5, Bernardi ng (11’pt Aquino 6, 30’st Giugliano ng). A disposizione: Argenziano, Franco, Ciafardini, Di Cesare. Allenatore: Roberto Carannante.



CHIETI (4-3-1-2): D’Ettorre 6; Schiavone 6,5, Catalano 6,5, Bartoli 6,5, Safon 6,5; Costa 6,5, Cherubini 6 (30’st Marini), Tatomir 6,5; Amodio 6 (30’st Di Giovanni); Rosa 6,5, Genchi 6,5. A disposizione: Lischi, Lopetuso, Basilavecchia, Diop. Allenatore: Pino Giusto.



Arbitro: Alessandro Caso di Verona 5 (De Falco di Nola e Guarino di Torre del Greco).



Reti: 8’pt Lazzarini (Atletico Trivento), 46’pt Rosa (Chieti).



Espulsi: al 32’st Rosa (Chieti) per gioco scorretto.



Ammoniti: Catalano (Chieti); Incitti, Corradino, Monaco di Monaco (Atletico Trivento).



Note: spettatori 600 circa (con larga rappresentanza ospite); recupero 2’ e 4’, angoli 7 – 2 per il Chieti.



Gianluca Lettieri