Alessio Rosa, il match winner del derby dell’Aragona, analizza il buon momento del suo Chieti, e si prepara ad affrontare, da ex, la Recanatese
Un inchino. Sulle orme di Adrian Mutu... Alessio Rosa (nella foto), al terzo centro stagionale, quest’anno esulta così. Anche se i suoi idoli sono Alberto Gilardino e Luca Toni. Un modo originale, il suo, per dare sfogo all’emozione che prova quando gonfia la rete. Il pane quotidiano per ogni attaccante che si rispetti. “Fino a qualche anno fa, mi esibivo in una spettacolare capriola in stile Fernando Couto”, racconta l’attaccante ascolano. “Ma a causa dell’operazione alla caviglia affrontata quest’estate, sono stato costretto a cambiare esultanza”. E ha scelto l’inchino... “Perché i nostri tifosi lo meritano. Non mi stancherò mai di dirlo: a Chieti ho trovato una tifoseria eccezionale! Non è da tutti seguire in massa la squadra in un turno infrasettimanale. Rappresentano la nostra arma in più”. E in effetti anche ieri i supporters neroverdi hanno dimostrato in maniera inequivocabile il loro attaccamento alla squadra. Ma c’è una novità... Mercoledì, dopo il gol, Rosa si è tolto la maglia mostrando un messaggio. L’ammonizione, però, può (anzi, deve) passare in secondo piano. “Non sono affatto rammaricato per il mio gesto. Perché è servito ad onorare Paco, un ragazzo scomparso la scorsa settimana. Sono orgoglioso perché i tifosi hanno scelto proprio me per ricordarlo”. Alessio Rosa, sicuramente non starà più nella pelle. Entrato nella ripresa, poco prima della mezzora, ha messo dentro la palla del 2-1 regalando al Chieti tre punti importantissimi. Non è da tutti. “Sono emozioni uniche. Segnare in un derby sentito è il sogno di chiunque, ecco perché ci tenevo molto ad essere presente. Ma chiariamoci bene: ad inizio gara avevo accettato la panchina con grande tranquillità. Perché è giusto che il mister a turno utilizzi tutti i giocatori a sua disposizione. Quest’anno non posso lamentarmi, nel senso che due dei tre gol realizzati, da quello che mi dicono, sono stati di pregevole fattura. Senza dimenticare il gol col Centobuchi, che è stato utile per rompere il ghiaccio. Tornando a mercoledì, l’azione del gol è stata frutto di un movimento istintivo. Okoroji mi stava venendo addosso e ho pensato di aggirarlo in quel modo. Un mix di velocità e forza fisica. Non dimenticherò facilmente anche la conclusione al volo con la quale, nella sfida con la Maceratese, ho realizzato il 2 a 0. Peccato per la traversa colpita contro il Campobasso... Il rammarico, per quanto accaduto domenica, è ancora tanto”. Nel derby, dopo il gol del vantaggio, forse avete accusato un calo. Poi il secondo tempo è volato via sulle ali dell’equilibrio. E’ d’accordo? “Non siamo abituati a giocare turni infrasettimanali, così in campo la stanchezza si è fatta sentire. Ma è normale. Al contrario, nella ripresa, abbiamo retto molto bene sotto l’aspetto fisico. E la Pro Vasto, durante tutto il corso della partita, si è resa pericolosa solo con azioni innescate da palla inattiva. Vorrei sottolineare la nostra ottima prestazione anche in fase difensiva. Il match sembrava incanalarsi verso il pareggio, poi però... è arrivato il mio gol. Il giudizio sulla compagine vastese resta comunque immutato: si tratta di una delle squadre più forti, composta da un buon allenatore e da un gruppo competitivo. E’ risaputo che, quando iniziano ad arrivare risultati negativi, poi rialzarsi è un’impresa ardua”. Logicamente ora la tifoseria sogna. Parlare di salvezza, a un punto dai play-off, è proprio fuori luogo... “Sono d’accordo, sarei ipocrita se affermassi il contrario. A questo punto, non guardare le posizioni di vertice sarebbe da pazzi: vogliamo i play-off. Allo stesso tempo, dobbiamo continuare a scendere in campo con la mentalità di una squadra che deve salvarsi. Umiltà e determinazione vengono prima di ogni altra cosa. Coscienti delle nostre potenzialità e del fatto che la città di Chieti merita ben altri palcoscenici, non ci poniamo limiti. D’altronde nell’ultimo periodo si parla anche di ripescaggio...” E pensare che, quando è arrivato a Chieti, una risalita del genere era inimmaginabile... “Fino a un mese fa, fatta eccezione per i nostri tifosi, nessuno credeva in noi. Anche il “primo” Chieti, quello allenato da Cifaldi, non era una squadra scarsa. Anzi, a mio parere era composta da giocatori di qualità. I quali avevano già vinto diverse volte il campionato di Serie D. Ma come detto precedentemente, dopo un periodo di frequenti sconfitte, è quasi impossibile ritrovare la strada giusta. Invece il “secondo” Chieti, grazie ad un costante lavoro di gruppo, è riuscito a costruire il proprio miracolo. E abbiamo dimostrato di essere un gruppo di uomini, perché non era facile mettersi in gioco in una piazza come Chieti”. Domenica è in programma la sfida con la Recanatese. Lei sarà il grande ex... “Sinceramente non ci siamo lasciati benissimo. Mi spiego meglio: sono rimasto in buoni rapporti con tutti ad eccezione di due personaggi, calcisticamente incompetenti. Quando sono stato contatto dall’avvocato Nucifora ho accettato subito. Un’esperienza a Chieti rappresentava una proposta troppo allettante. Non posso negare, però, che l’anno trascorso a Recanati è stato molto importante sia sotto il profilo umano sia sotto quello calcistico. La mia ex squadra era considerata da me come una seconda famiglia. Il ricordo più bello della parentesi marchigiana? Il gol di testa realizzato nel derby contro la Sangiustese”. Chi meglio di lei può svelare i segreti dei “leopardiani”... “Nel mercato di riparazione, hanno rimediato alla mia partenza ingaggiando Ugo Pica. Un attaccante di cui si dice un gran bene. Poi hanno acquistato Mauro Puglia, un mio grandissimo amico. E credo che la RC. Angolana abbia sbagliato a cederlo. La Recanatese, comunque, è una squadra granitica. Il suo punto di forza è rappresentato sicuramente dal reparto arretrato, davvero molto solido. Inoltre, dovremo stare attenti alle ripartenze. Potrebbero essere micidiali”. Insomma, Chieti l’ha conquistata... “Per un giocatore dalle mie caratteristiche non potrebbe esserci una città migliore di questa. Ho una voglia matta di ripagare tutta la fiducia che mi è stata accordata. Sarebbe eccezionale conquistare i professionisti con la maglia del Chieti”. Notiziario. Ieri seduta defatigante per i ragazzi che hanno giocato, mentre il resto della rosa ha lavorato regolarmente. Nel pomeriggio di sabato, prima di raggiungere la sede del ritiro nei pressi di Ancona, la squadra visiterà la Basilica del Santuario della Santa Casa di Loreto. E’ attesa la presenza di tutta la dirigenza. Nell’occasione, inoltre, verrà scattata sul sagrato della Basilica una foto ufficiale. La società ha invito tutti i propri tifosi ad assistere a questo importante appuntamento. Nel frattempo, negli abituali punti vendita, sono già in vendita i biglietti d’ingresso per la gara Recanatese – Chieti. Saranno 600 i tagliandi messi a disposizione dei supporters teatini, tutti di settore tribuna (prezzo 8euro). La tifoseria, come riportato nel comunicato ufficiale, è invitata ad acquistare i biglietti in prevendita per evitare ogni tipo di problema. Gianluca Lettieri
CHIETI -
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